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1/Adrenalina per sport: il bungee jumping


Conosciamo meglio il bungee jumping, disciplina stravagante, ma sempre più diffusa.


Alcuni dicono di non potere fare a meno dell’adrenalina, altri sostengono che sia il momento di paura che si prova prima del salto a spingere a presentarsi un’altra volta sul luogo del balzo, molti, ma molti di più, guardando quanti praticano il bungee jumping si chiedono cosa diavolo glielo faccia fare.
Un salto nel vuoto, assicurati a un elastico: in apparenza in idea folle, in realtà uno sport estremo (il primo che presentiamo qui) dall’origine nobile. La pratica, infatti, nasce come rito d’iniziazione della cultura dell’isola di Pentecoste, parte delle isole Nuove Ebridi, perse nel mezzo dell’oceano Pacificio.
La disciplina è salita alla ribalta moderna per opera di tre spericolati neozelandesi (A.J. Hackett, Henry Van Asch e Chris Siggelkov) che misero a punto un cavo elastico e dei metodi di imbragatura capaci di garantire la massima sicurezza. Le luci della ribalta sul bungee jumping si accesero nel 1987, quando un tuffo dalla Tour Eiffel segnò la vera e propria nascita della disciplina che conosciamo oggi.
Negli anni Novanta, i siti per il bungee jumping si sono moltiplicati in Europa e nel mondo e secondo alcune stime si calcola che più di un milione di persone abbia provato, seppur per una sola volta, a spiccare lo spericolato salto.

Nel corso del tempo, la disciplina si è dimostrata sicura e ha conquistato, per gradi, ma inesorabilmente, un proprio pubblico. La chiave tecnica del bungee jumping è rappresentata dall’elastico (costituito da venti fili di lattice incollati tra loro e rigirati per cinquanta volte tra due anelli) fissato alle caviglie del saltatore e alla piattaforma e capace di estendersi fino al 650% della sua lunghezza di partenza. L’elastico può resistere per 1000 lanci, ma, per garantire un’assoluta sicurezza, viene cambiato dopo 200.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.